Per secoli poeti e pensatori, viaggiatori e innamorati (in)felici hanno cantato l’unicità e la poesia della città posta al centro della laguna, hanno riempito intere biblioteche di un miracolo urbanistico di nome Venezia, lodando e immortalando come si conviene il Ponte di Rialto, Piazza San Marco e l’omonima basilica, l’infinita serie di splendidi palazzi, chiese e scuole di confraternita, dogi spietati e astuti, gondolieri che cantano le loro melodie, talentuosi architetti, scultori e pittori. Cresce oggi anche il numero dei viaggiatori solitari, che vanno alla scoperta del fascino silenzioso e provinciale di Venezia, del volto meno noto di questa scintillante città d’arte tanto amata dal jet-set. Dal giovane che viaggia al risparmio con lo zaino in spalla al milionario d’oltreoceano che occupa un intero piano di un palazzo sul Canal Grande, fino al gitante estivo che si ferma un solo giorno, tutti i visitatori ammirano il fasto decadente della regina delle città e tutti si pongono la medesima domanda: per quanto tempo ancora resterà patrimonio dell’umanità?
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