Il giardino è il luogo in cui si apprezza la diversità delle forme e dei colori del regno vegetale, in cui si affinano i propri sensi. Condensato di natura ma anche ecosistema artificiale che riunisce le specie più varie, è una riduzione del cosmo, un universo per conto suo. Dalla Persia medievale all’Inghilterra del XVIII secolo, il giardino ha dei confini che il paesaggio non ha. Di fatto, inventare un giardino consiste nel mettere il paesaggio in una scatola.
Dalla dimostrazione di potenza espressa nella natura dominata dei giardini sospesi di Babilonia all’estetismo della Renaissance, il giardino oggi è diventato un luogo propizio alla meditazione e rinvia sempre a un immaginario a metà tra l’oasi e il paradiso. In un periodo in cui il grigiore delle città scaccia la natura, la vita riscopre la sfida di questi luoghi fatati che consentono l’accesso a un tempo altro. I giardini ci armonizzano con il ritmo delle stagioni e ci ricordano l’imperiosa necessità di reinventare il nostro rapporto con la natura.