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Lo zen e l'arte di andare in bicicletta

Claude Marthaler

Nasce nel 1960 a Ginevra dove tutt’ora vive. “Segnato” fin da bambino dalla bicicletta (una cicatrice sul sopracciglio sinistro ricorda lo scontro con una bici) compirà i suoi primi giri da adolescente. Dopo una rovinosa caduta con il deltaplano e sei mesi di ospedale, tutti gli dicono che non potrà più riprendere a pedalare. E invece Claude rimonta in sella prima percorrendo l’Europa e poi spingendosi vicino al tetto del mondo in Himalaya. Dal 1994 parte per un giro del mondo in bicicletta che lo vedrà rientrare a Ginevra sette anni più tardi, ormai nomade a pedali, senza più una residenza fissa, con la sua sola bici come “bene personale”. Da questo viaggio nasce il libro “Il canto delle ruote” (Ediciclo, 2008), prima pubblicato in Svizzera e in Francia da Olizane e poi in Germania da Reise Know-How, un reportage appassionato e denso di avventure che è diventato un successo editoriale europeo; e il film documentario “La fin du voyage”, trasmesso in tutto il territorio elvetico. Parallelamente esce, sempre in Svizzera, “Dans la roue du monde” (edizioni Glènat) un volume fotografico che ripercorre i suoi sette anni e spiega cosa significa per Marthaler andare in bicicletta. “La vita e altre forature” nasce dai testi pubblicati in quel libro. Nel 2005 Claude rimonta in sella assieme alla sua compagna per un altro periplo di tre anni che lo porterà a percorrere soprattutto i paesi che ama: l’Asia, l’India, il Nepal, il Tibet, e ancora l’Himalaya e le sue amate montagne. Da questo secondo importante viaggio nasce “Entre selle et terre”, pubblicato nel marzo 2009 in Svizzera, libro con il quale ha girato i principali festival europei di letteratura e di viaggio.