I racconti riuniti nel volume di Franz Boni sono stati pubblicati da Suhrkamp nel 1979 e vengono qui proposti per la prima volta in lingua italiana. I protagonisti degli otto testi sono giovani lavoratori dalle scarpe grosse, montanari, contadini, manodopera semplice nelle fabbriche delle vallate. La loro vita scorre nella monotonia di gesti ripetuti all'infinito e senza senso. La prosa singolare dell'autore svizzero ( nato a Winterthur nel 1952 ) anticipa profeticamente alcuni dei meccanismi perversi della società capitalistica postmoderna (degrado dell'individuo, sistemi di controllo totale e tecniche di sorveglianza ). La natura alpina nella quale sono ambientate molte delle storie di Boni non è accogliente; i monti non sono quelli delle cartoline postali ma simboli di una Natura impietosa.L'opera e la vita stessa di questo autore sorprendente ricordano il destino vagabondo di un altro scrittore elvetico Robert Walser. Anche Boni ha girato tanto ( ha vissuto in Austria, Spagna, Italia, Israele, Germania, America ), per chiudersi poi in un silenzio sempre più profondo e contrario alle vigenti leggi di mercato.