Tutti gli uomini di questo libro sono protagonisti di solitarie estreme, fra le più grandi di tutti i tempi, e sono stati investiti da paure e dubbi, e dal primogenito dell’osare, che è l’imprevisto. Ecco perché le storie, le più belle degli ultimi vent’anni, non sono mai banali, sono succose e di sapore aspro, spesso immature, irrazionali, coltivate fuori stagione. L’autore le ha accompagnate con introduzioni fuori schema, e poi con suoi pensieri derivati dall’inquietudine per quello che egli stesso aveva deciso di raccogliere. Sono pagine che respirano amore e passione, fra azzardi e paure. Così questo libro è insieme affresco storico e apologia del rischio, documento fondamentale e raccolta di sensazioni, analisi tecnica e digressione introspettiva. Un viaggio con panorami sempre diversi perché questi solitari si sono rivelati disuguali e accomunati soltanto dall’incredibile volontà di esplorare da soli l’ignoto dell’andare senza via di scampo.