Storia di una passione, tra fabbrica e le pareti di tutto il mondo
Che cosa c'è dietro quel soprannome, Pan e Pera, con cui Ugo Manera è conosciuto nell'ambiente alpinistico torinese? L'intuizione di un compagno di cordata? O l'invidia di un concorrente preceduto nella corsa a un'ennesima prima? Neppure lui, il destinatario, ha ricordi chiari. Sta di fatto che quel Pan e Pera, l'equivalente in dialetto piemontese di "pane e pietra", fissa efficacemente la smodata passione di Manera per l'arrampicata e definisce le due anime di uno scalatore tra i più attivi del dopoguerra. Il pane Ugo fin da giovanissimo se lo guadagna in fabbrica, prima come operaio, poi con incarichi via via di maggior responsabilità. La pietra, quella delle montagne di molti angoli del pianeta, lo vede protagonista di innumerevoli salite, raccontate in questo volume. All'esplorazione sistematica del Gran Paradiso, delle Valli di Lanzo, del Monte Bianco, affianca una notevole attività extraeuropea, tra cui spicca la vittoriosa spedizione al Changabang del 1981 nel Garhwal indiano.