“Uomo rupe” lo definisce nella prefazione Fosco Maraini. Un realizzatore audace e pragmatico, capace di passare dove tutti gli altri desistevano. Gli “altri” erano i migliori alpinisti dell’epoca del sesto grado, come Emilio Comici sulle aeree Dolomiti, o Giusto Gervasutti e Pierre Allain nel duro ambiente del Monte Bianco. Alla fine il più deciso e incrollabile sugli strapiombi della Ovest di Lavaredo, come sullo sperone incrostato di ghiaccio della Walker alle Grandes Jorasses, fu Riccardo Cassin, il fabbro di Lecco venuto dalla boxe, che trasformò le Grigne nel laboratorio dell’alpinismo estremo. Giunto a novant’anni, il grande alpinista ripercorre la sua carriera di leggendario capocordata, dalle scalate degli anni Trenta alle spedizioni d’avanguardia del dopoguerra, in questa autobiografi a defi nitiva che fonde e completa con episodi inediti i racconti di Dove la parete strapiomba (1958) e Cinquant’anni di alpinismo (1975).