All’inizio del Novecento, Edmondo De Amicis è lo scrittore più popolare d’Italia, ma è anche un uomo stanco e disperato. Il suicidio del primogenito Furio, la sanguinosa repressione delle lotte sociali del generale Bava-Beccaris, l’assassinio a Monza del re Umberto e la rissosa separazione dalla moglie sono le tappe del drammatico crollo dei sommi valori di patria e famiglia. Nel giugno del 1902 lo scrittore lascia Torino per cercare rifugio nella pace alpestre della conca del Breuil, nello storico albergo del Giomein, che sorgeva allora solitario in mezzo ai pascoli, ai piedi del Cervino. Lo accompagna il figlio Ugo, che ha scoperto la passione per l’alpinismo. La villeggiatura al Breuil diventa per De Amicis un’abitudine fedelmente osservata per i sei anni successivi fino alla morte, ma anche un felice tema d’ispirazione, svelato da questo libro che riunisce per la prima volta tutti i racconti ambientati al Giomein.