Vincitore del premio Gambrinus 2016, "Ski spirit" racconta il mondo percorso scivolando. Un viaggio leggero, quello di Giorgio Daidola, che ha scelto il telemark come modo di sciare libero. Raggiunse gli Ottomila metri e guai a dimenticare gli sci.
Lontani dalle piste, comincia l’avventura.
Lo sci non è solo autostrade della neve ripetitive e affollate. Giorgio Daidola lo vive nel freeride, nello scialpinismo classico, nei lunghi raid, nelle spedizioni sulle grandi montagne del pianeta bianco.
È lo Ski spirit, il mondo percorso scivolando. È un viaggio leggero, il suo, da quando ha scelto il telemark come modo di sciare libero per eccellenza. Così ha raggiunto gli ottomila metri dello Shisha Pangma e ha affrontato le traversate del Karakorum, dello Hielo Continental, delle montagne del Libano, delle Alpi neozelandesi. Quando si parte, gli sci sono come lo spazzolino da denti, guai
dimenticarli a casa. Lo Ski spirit però non è solo questo. È anche viaggiare con la fantasia, tentare nuove forme di espressione, soprattutto piacere di condividere. Ski spirit è sognare l’avventura più completa, quella che coinvolge il mare e la montagna, l’acqua e la neve, sulle tracce di Fridtjof Nansen, di Ernest Shackleton, Bill Tilman e Bob Shepton. È un cerchio che si chiude, per ricominciare da capo.