«Caro M. Sono abbastanza innamorata degli Appennini e penso siano più pittoreschi e più belli nei colori, non solo all’alba e al tramonto ma in ogni ora del giorno, di come pensavo essere le Alpi» Margaret Stokes
Nell’autunno del 1889 arrivò a Bobbio un’insolita viaggiatrice, proveniente dalla lontana Irlanda. Che cosa la portava nella città di san Colombano? Ce lo racconta lei stessa in una serie di lettere, che ci restituiscono un ritratto rigoroso e appassionato di un importante protagonista della storia religiosa europea e della città che ancora conserva indelebili tracce del suo operato. Ma anche un colorito affresco della vita in Appennino alle soglie del Novecento.
Piacenza, 1 ottobre 1889
Caro A. Sono sorpresa di notare quanto siano vuote qui le chiese, anche se in passato questa città fu chiamata “Piacenza la fedele”, ma certamente mai nessun posto ha meritato il nome Placentia, Piacevolezza, più di questa città. L’atmosfera della piazza nel suo insieme, il colore dei palazzi, lo sguardo delle persone, la vita dell’industria, senza chiasso o eccitazione, qui tutto è piacevole.