«Tiziano è stato il nostro Bonatti. Tutti lo amavano, uomini e donne» scrive Massimo Marcheggiani, suo compagno di cordata. Tiziano Cantalamessa è stato, a detta di tutti, il più forte alpinista del centro Italia, paragonato a Bonatti anche perché, come lui, era «l’uomo che tornava sempre».
Aveva una marcia in più. Come testimonia Alberico Alesi: «Dove gli altri si arrendevano sfiniti, lui cominciava appena a lottare. Uno dei motivi per cui a volte preferivo non uscire con lui, con tutto l’affetto che gli riservavo, era perché la sua presenza annullava i problemi».
Questo libro però non celebra l’ennesimo alpinista, ma ci parla di un uomo, del suo rapporto con l’altro e del suo modo di concepire la montagna, del suo stile dissacratorio, scanzonato, allegro nel vivere l’avventura.
«Non avrei mai scritto nulla su di lui solo perché era forte – continua Marcheggiani – Nel suo essere alpinista dalla testa ai piedi, Tiziano era uno straordinario compagno di scalate per la sua umanità, schiettezza, sincerità, affabilità e sopratutto travolgente allegria, con il quale condividere nel modo più vero una cosa forte e coinvolgente come l’alpinismo».