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Appennino genovese
Andrea Parodi | Andrea Parodi | Andrea Ferrando | Cogoleto | 1/2021 | pagine 288 | 15 x 20

Appennino genovese

100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo

Dopo le guide dedicate alla Val d’Áveto (2010), al Béigua Geopark (2013) e alla catena dell’Ántola (2015), è uscito finalmente il nuovo volume sull’Appennino genovese, altro importante tassello della collana “Appennino”, che va ad inserirsi tra Béigua e Ántola.
In questo nuovo libro, al veterano Andrea Parodi, già autore del precedente “I monti di Genova” (1999), si è affiancato il debuttante Andrea Ferrando, giovanissimo neolaureato in geologia, noto sul web con lo pseudonimo di Appenninista.

Rispetto al precedente “I monti di Genova” gli itinerari sono più del doppio e raggiungono (del tutto casualmente) la cifra tonda di 100.

La notevole quantità e varietà di sentieri nei dintorni di Genova è una conseguenza della sua particolare ubicazione: infatti Genova è una città di mare, ma è anche aggrappata alle montagne che s’innalzano subito sopra le case: oltre alle aree urbane, il comune di Genova comprende territori montani di notevole interesse, tra cui il gruppo di Punta Martín, i monti Lago e Alpesisa, i crinali dei Forti e il popolare Monte Fasce.

Questo libro prende spunto sì da “I monti di Genova”, ma oltre ad aggiornarne i contenuti, ne amplia notevolmente il raggio d’azione, includendo anche montagne fuori del comune di Genova, come il Figne, il Bano, il Croce dei Fò, e sconfinando anche in Piemonte nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, dove sorge l’elegante Monte Tóbbio.

Ne consegue una scelta di percorsi assai vasta: dalle gite di mezza giornata alle lunghe traversate, alle salite che partono direttamente dalla città per arrivare sulle cime più alte. Il tutto arricchito da una notevole varietà di paesaggi e da panorami straordinari, che spaziano dal mare alla pianura con le Alpi sullo sfondo.


UN ITINERARIO:
San Desiderio - Monte Bastia
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 739 m la variante "a"; 850 m circa la variante "b"
Tempo di percorrenza: 2.15-2.45 ore la variante "a"; 2.40-3.10 ore la variante "b"
È un percorso logico ed interessante, che segue il contrafforte tra l'alta Valle Sturla e il solitario vallone laterale del Rio Pomà. Si sale dapprima tra folti boschi di querce e castagni, quindi si sbuca su un panoramicissimo costone arbustivo che porta sulla dorsale tra i monti Bastia e Proi. Sono possibili due alternative: la variante "a" è più diretta, mentre la variante "b" effettua un giro più lungo passando per il paesello di Pomà, tra i più appartati del comune di Genova.

Accesso: in treno fino alla stazione di Genova Brignole, poi con l'autobus n. 86 fino al capolinea di San Desiderio.

Itinerario: partendo da San Desiderio (109 m), dal capolinea dell'autobus in piazza Armando Grosso, s’imbocca via Canneto di San Desiderio, marcata dal segnavia "quadrato rosso pieno". La stradina attraversa il Torrente Sturla su un ponte, quindi procede quasi in piano costeggiando il Rio Pomà, suo affluente. Dopo circa 200 metri s’incontra un bivio: si abbandona la strada principale, che attraversa il corso d'acqua e si piega a sinistra, salendo per uno stretto passaggio tra le case. Si sbuca su una stradina asfaltata presso il cancello di una villa, e la si segue verso destra in salita fra case sparse. Passati accanto a due campi da tennis, si lascia a sinistra la Chiesa di San Desiderio (150 m circa).

Notizie risalenti al 1198 parlano dell'esistenza di una cappella. La chiesa vera e propria fu edificata nel XIII secolo, ed era in stile romanico e a navata singola; venne poi ampliata a più riprese nei secoli successivi. Il campanile fu realizzato nel 1405.

La strada transita nei pressi di un campo da calcio, quindi porta ad un bivio indicato da numerose paline in legno. Qui si presentano due possibilità:

a) Seguendo l'indicazione per il Monte Bastia, s’imbocca a sinistra un viottolo cementato (segnavia "tre pallini rossi"), che dopo poche decine di metri, nei pressi di un serbatoio dell'acqua, si biforca di nuovo. Si va ancora a sinistra, fino ad un terzo bivio, dove si sale a destra con due tornanti. Procedendo in piano nella boscaglia, si giunge alla Grotta dell'Eremita.

Secondo la tradizione, in questo piccolo antro veniva a ritirarsi in preghiera San Desiderio, uomo religioso vissuto nel IV secolo d.C. da cui prende il nome tutta la zona. San Desiderio, originario di Bávari, divenne poi noto come terzo Vescovo di Langres, cittadina del nord-est della Francia. Oggi l'ingresso dell'antro, dove si trovano una croce ed una Madonnina, è chiuso da un cancelletto.

Si passa a sinistra della grotta, quindi si sale diagonalmente a destra entrando in un bel castagneto. Il sentiero s’innalza dolcemente incontrando un ripetitore ed un rudere, poi prosegue con un tratto piuttosto ripido e sconnesso, passando accanto ad una seconda costruzione in rovina. Più in alto si piega a destra e, tagliando in lieve salita verso meridione, si giunge su un costone percorso da un marcato sentiero. Si piega a sinistra e in breve si arriva ad un crocevia marcato da numerose paline in legno (località Castagnasêra; quota 420 circa).

b) Seguendo le indicazioni per Pomà, si continua a destra lungo la stradina asfaltata segnalata con il quadrato rosso pieno. La stretta rotabile, fiancheggiata dalle croci in legno di una via crucis, entra nel vallone del Rio Pomà e ne percorre il fianco destro idrografico, alternando brevi salite a tratti quasi pianeggianti; circa a metà del traversone, s’incontra la presa dell'acquedotto delle "Sorgenti Pomà". Giunti sul fondo del vallone, si attraversa il Rio Pomà su un ponticello, quindi s’incontra un bivio; si lascia a sinistra la strada principale, che da questo punto diventa privata, e s’imbocca a destra un viottolo prima cementato, poi scalinato. Salendo con alcune ripide svolte tra case isolate, terrazze coltivate e boscaglia, la mulattiera guida al paesello di Pomà (334 m).

La frazione di Pomà, situata nel centro dell'omonimo vallone ai piedi del versante nord-ovest del Monte Fasce, è una delle più appartate del comune di Genova. È costituita da poche case e dalla graziosa chiesetta di Sant'Alberto. Gli edifici sorgono su un ameno pianoro erboso, circondato da ripidi versanti boscosi e balze rocciose.

Subito a monte delle case, presso una fontanella, si trova un bivio. Si trascura il quadrato rosso, che prosegue a destra in direzione di Premànico, e si continua dritti lungo la pista marcata dal segnavia "linea verticale e pallino rossi". Subito dopo, si lascia a sinistra una carrareccia pianeggiante e si prosegue ancora dritti, costeggiando alcune terrazze. Più avanti, la pista piega a sinistra e porta ad una casa isolata; subito oltre si entra nella boscaglia e si procede con alcuni saliscendi. Ad un bivio si va a destra e, con altri saliscendi, ci si porta nell'alveo roccioso del Rio Pomà, che si guada subito a monte di un'alta cascata. Sulla sponda opposta, s’imbocca un sentierino che s’innalza con alcune ripide svolte tra alberi e rocce affioranti, poi piega a sinistra e taglia a mezzacosta con alcuni saliscendi. Si passa a monte di un dirupo che offre un bel panorama su Pomà, quindi, scendendo dolcemente, si giunge al crocevia in località Castagnasêra, dove si ritrova il sentiero della variante "a".

Seguendo le indicazioni per il Monte Bastia (segnavia: tre pallini rossi, linea verticale e pallino rossi), si risale verso oriente il ripido costone, su un sentiero dal fondo roccioso. Quando il sentiero principale si sposta sul lato sinistro del costone, lo si abbandona per continuare dritti su una traccia poco marcata che segue fedelmente il filo di cresta. Inerpicandosi tra alberi, arbusti e piccoli gradini rocciosi, si guadagna lo spallone della Punta Crovino (551 m), da cui si hanno bei panorami sulla Valle Sturla e su Genova. Seguendo il costone, ora quasi orizzontale, si superano alcune roccette affioranti e si rientra nel bosco, ricevendo un marcato sentiero proveniente da Bávari. Si lascia a sinistra il segnavia "linea verticale e pallino rossi" e si continua dritti seguendo i tre pallini rossi. Poche decine di metri più avanti, quando il costone riprende a salire, s’incontra un altro bivio.

La diramazione di destra, indicata dal segnavia "croce rossa", taglia in piano un ripido versante coperto da boscaglie e guida in una quindicina di minuti alla Tana da Suja, una suggestiva grotta da cui sgorga un copioso ruscello perenne (acqua potabile). Il segnavia "croce rossa" prosegue poi alla volta della sella dei Prati di Fascia, ma è ad oggi (autunno 2020) impercorribile poiché il sentiero è invaso da rovi, arbusti e alberi.

Si continua a sinistra lungo il sentiero segnalato con i tre pallini rossi, che s’innalza ripido tra prati e boschetti, spostandosi sul lato sinistro del costone. Entrati in un castagneto, si effettuano alcuni ripidi tornanti, poi si ritorna sul filo del contrafforte. Presto il bosco si dirada, lasciando spazio a prati e radi arbusti, mentre il panorama si fa man mano più ampio, comprendendo Genova, il mare e le Alpi Liguri. Rimontando il panoramicissimo costone, che alterna tratti ripidi a spalloni quasi pianeggianti, si giunge nei pressi dello spartiacque tra la Valle Sturla e la Val Lentro: qui s’incontra la pista di un metanodotto marcata dal segnavia "rombo rosso vuoto", proveniente da Bávari. Si gira a destra, in comune con l'itinerario n. 88, e si percorre la dorsale in direzione sud-est, scendendo dolcemente fino ad un'ampia sella. Con una breve salita si arriva ad un bivio: si abbandona la pista segnalata, che scende a destra verso i Prati di Fascia, e si continua dritti lungo il crinale. In poche decine di metri si guadagna la vetta del Monte Bastia (848 m), sormontata da una piccola croce metallica.

Il Monte Bastia è una bella vetta a forma di piccola piramide con la punta arrotondata, che sorge sull'asse principale della catena costiera, nel punto in cui questa si affaccia su Genova. La sua sommità, erbosa e panoramica, è sormontata da una piccola croce, ed offre una bellissima vista sull'appartata Val Lentro. Insieme al Monte Proi (845 m), posto poco più a nord-ovest, il Monte Bastia è l'ultima cima di una certa importanza della catena, prima che essa si abbassi decisamente verso Bàvari e il piccolo gruppo del Monte dei Ratti. Dal Monte Bastia si dirama verso sud-ovest l'importante contrafforte divisorio tra la valletta di Nervi e la Valle Sturla, sul quale sorge il noto Monte Fasce.

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