Ovunque dal pianeta si ergono protuberanze rocciose dall’aspetto molteplice, torri, campanili, guglie, aghi, più o meno larghi, più o meno alti, più o meno sottili. Tutti quanti sono stati scalati, prima o poi, per vie normali, vie tradizionali, vie estreme, vie sportive. Anzi, si può quasi affermare che esista una mania vera e propria per queste strane rocce, e che esista una sorta di stirpe di arrampicatori – cacciatori del verticale – che le cercano e frequentano assiduamente.
Queste simpatiche ed eccentriche strutture sono le protagoniste del dodicesimo numero di Up climbing!
Ma ci vogliamo concentrare su quelle più strane, per certi versi minori o poco conosciute, anche perché trattare le maggiori implicherebbe una vera e propria enciclopedia in carta stampata: proporremo dunque, fra le altre, storie e itinerari che spaziano dall’esile Dillosauro sardo al Rostrum statunitense, dal Pere eternel alla Torre di Boccioleto in Valsesia, dal Campanile di Brabante in Dolomiti alla Chandelle di Tacul al Bianco. E ancora, dalla Gran Bretagna alle poco note guglie turche, ritornando poi in Liguria e in Grigna…
Un giro non certo completo, ma assai affascinante, sulle punte più piccole e aeree delle rocce planetarie. Un invito a viaggiare, a progettare, a sognare.