Dalle Tre Cime di Lavaredo al Vajont, dalle montagne patrimonio UNESCO a luoghi patrimonio di ricordi, dalla storia di vecchie guide alpine e cacciatori, alla Grande Guerra e alle moderne “vie”.
Il tutto è legato da un unico filo conduttore: la MEMORIA e la consapevolezza di “calpestare” pagine di vite vissute, la presa di coscienza di itinerari che non sono solo cimento e prova di destrezza, ma celano nomi e vicende, briciole di storie antiche di uomini, luoghi, paesi e montagne a dirci che le “ferrate”non sono percorsi statici come i “social” vorrebbero fare apparire, ma agili, dinamici, dalle mille sfaccettature e possibilità.
Dietro ognuna di esse, una storia antica, nata in tempi antichi e da necessità più o meno reali, ma strettamente legate alla vita dei monti.
Una storia da conoscere per imparare ricordandoci sempre che “andar per monti” è “essere” e non “apparire”.
Ecco dunque la mia intenzione: far rivivere e vivere le “vie attrezzate” dando loro un volto e un cuore, dando loro la giusta interpretazione senza ridurle a popolare e inflazionata palestra di cimento. Ecco perché è necessario “leggerle” e non solo percorrerle.
Tutto sui monti, allora, avrà un valore maggiore e si vestirà di ulteriore bellezza perché rocce e pareti avranno così una voce, una voce per narrare, una per ricordare.