Con una scrittura esperienziale e immersiva, l’autore ci trascina nei flutti di una dimensione piena di meraviglie e sorprese che si svelano a pelo d’acqua, nel silenzio e con sguardo attento. La biografia acquatica di un appassionato kayakista.
"Io credo che l’essenza del viaggio, dell’avventura, non stia nel quoziente di pericolosità, o nella sua stravaganza o nella lunghezza chilometrica del percorso. Sta tutta nello sguardo. Resti fermo anche se fai sei volte il giro del mondo. Il kayak è una palestra di sguardi. Mi ha fornito occhi nuovi. Appena ho chiuso il paraspruzzi attorno alla rima del pozzetto li ho sentiti entrare in funzione. Le cose prima imbalsamate dall’abitudine - rive, onde, briccole, correnti - hanno perso la loro rigidità e hanno cominciato a muoversi, a fluttuare. Ho cominciato a vedere correnti, trasparenze e opacità, fondali, rifiuti, alberi galleggianti, salti di pesci in fregola, rumorosi decolli di cigni. Un mare che non conoscevo, un altro mare. Non lo avevo mai visto prima.Per forza, non avevo gli occhi adatti."