Cosa significa andare in montagna senza puntare alla vetta? È un gesto di non violenza, un'espressione di desiderio di comprensione, un modo di riflettere sul significato del proprio cammino. Questo libro si presenta come un diario di viaggio, ma è anche un racconto illustrato, ricco e intenso, che esplora come le certezze vacillino di fronte al mal di montagna, come si instauri un dialogo con un cane tibetano, e come il paesaggio diventi parte integrante del corpo e dello spirito. L'Himalaya non è un luogo da affrontare con leggerezza: è una montagna viva, abitata, usata, talvolta sopportata, e molto distante dalla nostra realtà. Per affrontarla è necessaria una vera e propria spedizione, con guide, portatori, muli, un campo da montare ogni sera e smontare ogni mattina, e, soprattutto, con buoni compagni di viaggio. Se è vero che in montagna si cammina da soli anche quando si è in compagnia, il senso di distanza e di esplorazione rafforza le amicizie. Le notti interminabili in tenda con Nicola, la straordinaria bellezza della montagna ammirata con Remigio, le salite e discese del percorso in alta quota, l'alterità dei luoghi e delle persone incontrate. Questo è il viaggio che Paolo Cognetti intraprende alla vigilia del suo quarantesimo compleanno, poco prima di oltrepassare il confine della giovinezza.