Il Cammino di Santiago è una sfida da non solo per chi con zaino e scarponi si accinge alla via. Ma anche per chi è chiamato a pensarlo e a raccontarlo, per esempio in un giornale. Perché è quella cosa che tutti in qualche modo conoscono, tutti hanno un amico o un familiare che «l’ha fatto», tutti nella loro adolescenza anagra ca – o di spirito – a un certo punto hanno sfogliato una guida del Cammino e si sono chiesti: Perché no? Più di ogni altra rotta della viandanza, gli 800 chilometri che portano a Santiago costringono ad allargare lo sguardo a qualcosa di più, e di più alto.
Ultreya. Et Susteia. Avanti. E in alto. Le battute di saluto che ci si scambia incrociandosi lungo il percorso, e che diventano un mantra man mano che avanzano le tappe, sono la regola minima di ogni rotta umana. Di ogni giornata, di una vita. Andare più avanti, certo, perché per questo siamo stati biologicamente programmati. Più avanti con gli anni, con le relazioni, con le esperienze, con i desideri e la loro soddisfazione. Questo è quel che fa e sa fare di default la nostra macchina animale.
♦ La «Via Francese», da Saint Jean Pied de Port a Santiago
♦ 33 tappe tra storia, natura e borghi d'arte
♦ Il dettaglio delle distanze e i profili altimetrici
Allegata carta