Un viaggio tra le isole greche in cui si intrecciano incontri e sapori, letteratura e storia, tragedia e mito. Dall’italiana Rodi, alla veneziana Creta – passando per la Megisti di Mediterraneo – fino a Corfù, ritenuta dagli studiosi dell’Odissea la terra dei Feaci, la sua rotta solitaria si dipana tra una continua profonda riflessione e la sorpresa di scoprire che il baricentro d’Europa si trova molto più a sud di quanto abbiamo sempre pensato.
«Nella luce impareggiabile di luoghi come questo, ritrovo il mito assoluto dell’antica Grecia, quel senso di struggente malinconia che mi afferra quando guardo il mare dalle coste a picco, gli uccelli pelagici che si avventurano in eterno volo dove l’uomo non può; dove l’orizzonte si confonde inesorabilmente con il cielo. Laggiù qualcosa sembra apparire e dare ragione al nostro esistere, lo stesso punto incerto e misterioso dove ogni nostra certezza non ha più alcun sostegno né corso».
«All’alba l’Egeo viene a bussare, e la distesa lucente dietro alle tende della camera si presenta come un attore al centro della scena. L’incontro benefico con il sole greco già accecante e l’odore di salsedine della riva vicina mi fanno capire che è qui che vorrei stare, forse proprio in questa camera che potrei trasformare in un piccolo eremo, dopo aver riparato il tubo della doccia alla greca, con del semplice nastro adesivo, e lasciare poi che il mondo si dimenticasse di me»