Le piste battute ci conducono a visioni già note, sebbene mai vissute.
Le molecole di polvere rossa turbinano nelle proboscidi,sfiorano i baobab, ricadono sulle criniere, impastano i capelli, irritano gli occhi e colorano i suoni dei tamburi.
Sono le stesse che hanno ricoperto gli spiriti degli antenati.
Noi siamo immobili, spettatori e protagonisti, embrioni e saggi, remoti e futuri, alla ricerca delle origini.
Ora, un soffio di vento ci spinge a vagare.
Non è che l’inizio.
L’origine dei sogni.
“È un’Africa che nasce dallo stupore, quella raccontata da Giorgio Enrico-Bena. Un’Africa leggera, come il tratto dei suoi disegni. Giorgio è prima di tutto un pittore, uno abituato a tracciare linee sottili, per accennare contorni di forme, senza per forza sviscerarle. Utilizza la penna un po’ come usa il pennello, dando cenni, qui e là, che messi assieme fanno una figura. Non a caso ha intitolato “schizzi” questa sua raccolta: questo sono. L’autore non ha la pretesa di spiegarci la/le Afriche, ma soltanto di raccontarci emozioni e incontri vissuti lungo le piste di quel continente. Lo fa intrecciando parole e immagini, appoggiando le prime sulle seconde, cosicché i racconti diventano una sorta di lunghe didascalie dei disegni che ci accompagnano lungo il suo viaggio”.
(dalla prefazione di Marco Aime)