Le fotografie dei più grandi fotografi internazionali. Oltre 40 fotografi professionisti a confronto, il loro stile e le tecniche con le migliori immagini delle Dolomiti
Il più bel libro fotografico delle Dolomiti
Das schönste Fotobuch der Dolomiten
The most beautiful photo book of the Dolomites
Innanzitutto il nome. Le Dolomiti lo devono all'avventuroso scienziato francese Dèodat de Dolomieu. Nel 1789, anno della Rivoluzione Francese, lo scienziato si trova in viaggio fra le montagne del Tirolo. Colpito da pietre molto chiare, che in prima battuta interpreta come calcaree, nota come invece esse presentino reazioni chimiche insolite e pubblica queste osservazioni sul "Journal de Physique". Così, solo pochi anni dopo, quel minerale viene definito in suo onore Dolomia. A mezzo secolo da quella prima designazione, è un famoso taccuino di viaggio di due scrittori inglesi, Josiah Gilbert e Cheetham Churchill, a consegnare il nome di queste montagne alla storia: il titolo del loro libro del 1864 è "The Dolomite Mountains". Le Dolomiti. In pochi decenni questo nuovo termine sostituisce la vecchia denominazione, poetica ed evidente, di Monti Pallidi, lasciando una curiosa testimonianza: è un libro, un piccolo parallelepipedo di carta stampata, a segnare la tappa fondamentale degli ultimi due secoli di queste montagne e a chiamarle per nome. Il carbonato doppio di calcio e magnesio (Dolomia) conferisce caratteristiche cromatiche e morfologiche uniche al mondo. Queste, e altre unicità, consentono a queste montagne delle Alpi Orientali, comprese tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone, di diventare nel 2009 Patrimonio dell'Umanità. Ma le Dolomiti sono anche altro: il grande alpinismo mondiale vive su queste cime i suoi confronti e la sua storia, gli abitanti le rendono terreno di casa, restandoci a stretto contatto. Perfino i pascoli e le maghe, tenute dall'uomo, contribuiscono alla tensione continua, così scenografica, tra l'orizzontalità e la verticalità delle pareti e delle guglie. Perfino il nome, così solido e gradevolmente ritmico, supporta la diffusione del mito di queste montagne. Infine il colore. Forse solo questo elemento, indicibile e sfuggente, costituisce l'intima grammatica delle Dolomiti. E solo la fotografia è deputata a bucare questo linguaggio e a raccontarci di questi luoghi ciò che, con le parole, non può essere espresso.
Die grössten Fotografen der Dolomiten
The great photographers of the Dolomites
(TRILINGUE Italiano | Deutsch | English)
"In welcher Farbe erscheinen die Dolomiten? Kann man ein passendes Adjektiv, eine Farbe finden, um sie anders als alle anderen Berge, darzustellen, so dass ich selbst - jedes Mal wenn ich dort zurückkehre und sie wiedersehe - innerlich erschrecke, ergreifende Erinnerungen erhebe? Nein, ein präzises Adjektiv existiert nicht. Es handelt sich mehr um ein Wesen als um einer gewissen Farbe, vielleicht ist es eine Frage der abklingenden Angelegenheit, die, vom Morgengrauen bis zur Abenddämmerung, weitere seltsame Reflexe übernimmt, wie grau, silberne, pink, gelb, lila, violett, blau, sepia, obwohl es immer die gleiche Farbe ist, wie auch ein menschliches Gesicht das sich auch nicht ändert, wenn Ihre Haut blass oder verbrannt ist. [-] und für denjenigen, der sie von der Unterseite der Täler betrachtet, in welcher Farbe erscheinen sie? Sind sie weiß? Gelb? Grau? Perlmutt? oder Asche? Erscheinen sie in einem silbernen Reflex? Oder ist es die Blässe der Toten? Oder der Teint der Rosen? Bestehen sie aus Steine oder aus Wolken? sind sie real oder ein Traum?"
«What colour is this mountain? Can you actually find an adjective that defines its exact colour, which is so different from that of the other mountains? Every time that the undersigned goes up the mountain and sees it, I tremble with emotion, bringing back poignant memories. No, an appropriate adjective does not exist. More than a precise colour, it is an essence, perhaps an evanescent substance that from dawn to sunset takes the most curious reflections (grey, silver, pink, yellow, purple, blue, sepia); yet it is always the same, just like a human face does not change even if your skin is pale or burnt. [-] And what colour is the mountain according to those who see it from the valley bottom? White? Yellow? Grey? Pearl? Ash? Does it have silver highlights? Deadly pale? Carnation pink? Are they stones or clouds? Are they real or a dream?»