«Tra tutti i quattordici ottomila scalati tra il 1989 e il 2005, quello che è stato di gran lunga più vicino a sconfiggermi è stato l’Annapurna.» Questo scrive Ed Viesturs della Dea delle Messi, come viene chiamato l’Annapurna, la montagna che più ha sentito come una sfida, fin da quando, ragazzo, aveva letto il celebre libro di Herzog Annapurna, il mio primo 8000. Per ben due volte, nel 2000 e nel 2002, Viesturs ha tentato la salita senza arrivare in vetta. Ci è riuscito solo nel 2005, coronando il suo sogno di scalare tutti i quattrodici Ottomila.
UN BRANO:
"Ho sempre creduto che quanto si impara in montagna trova applicazione in ogni campo della vita quotidiana. Meditare su ciò che l’Annapurna ha significato per me mi ha spinto a riflessioni nuove e approfondite. Fu un impegno non indifferente tornare lassù per la terza volta, soprattutto quando ormai mi ero convinto che non esistesse alcuna via sicura (e questo è un altro degli aspetti che rende questa montagna unica tra gli ottomila). Credo fermamente nel valore della dedizione, senza la quale, probabilmente, non sarei mai riuscito a conquistare i quattordici giganti. Ma sono consapevole della facilità con cui questa passione può trasformarsi in ossessione."