Quei pazzi del Verdon
"Dopo la monumentale Histoire de l’Escalade dans les Calanques, lunga più di un secolo, quella del Verdon, di soli quarant’anni, sembra ridicola! È un po’ la storia di una banda di amici! A chi potrebbe interessare? Qualcuno ha raccolto la sfida: l’autore, naturalmente, ma anche gli editori, seguendo fedelmente l’esempio di Michel Guérin, il fondatore, visionario, che non ha mai smesso di crederci.... Incontrato proprio nel Verdon, poi a Briançon, a due passi dalla Gargouille.
Ma c’è qualcosa di più... e proprio questo rende la cosa interessante. Perché questo sito e questa “banda di illuminati” alla fin fine hanno contribuito in modo stupefacente e imprevisto alla trasformazione dell’”arrampicata mondiale”, se così posso dire, senza rischiare di risultare troppo pretenzioso. Ridurre completamente il percorso di avvicinamento, usare prevalentemente “nut” anglosassoni, lasciare le vie attrezzate... Le basi dell’arrampicata sportiva sono nate tutte qui.
Quanto a Barney, è riuscito nell’impresa ciclopica che si era prefissato: migliaia di particolari, frutto di minuziose ricerche, valanghe di complimenti, alcune dimenticanze volontarie.... e tanto umorismo." Bernard Gorgeon
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La leggenda racconta che Livanos, venuto in perlustrazione attraverso il sentiero Martel, vide solo pareti troppo lisce per essere scalate. Questa osservazione ha fatto sorridere. Sicuramente il Verdon richiedeva un nuovo spirito, unito alle pazzie tipiche della giovinezza. E non dimentichiamo che un itinerario doveva portare a una cima. Una bella scalata non basta per consacrare una via, per quanto grandiosa essa sia. Il Verdon richiede un approccio diverso, completamente nuovo, cioè scendere al fondo di una gola per poi risalire su un pianoro.
Lanciarsi in quella zona di calcare compatto, completamente vergine, compreso tra le Dalles Grises e la rampa in cui passa la Marcelin, una creazione di Bouscasse e Tanner, a sinistra, era una sfida maledetta! Solo la fantasia e la sagacia di Pschitt potevano farcela. Con quella barba da profeta, non è difficile immaginare Pschitt come un capitano Achab all’inseguimento di Moby Dick, con il perforatore al posto dell’arpione per colpire la gobba del capodoglio Pichenibule. …