Monte Piana è un nome che tutti gli appassionati della Grande Guerra in Dolomiti non possono non conoscere.
Durante la prima guerra mondiale il destino volle che proprio sul Monte Piana, a due passi dal monumento che ricorda l’ascesa di Giosuè Carducci, corresse uno dei segmenti del fronte alpino più sofferto e combattuto, caratterizzato da una estenuante guerra di posizione e quindi da pazienti, certosini e titanici lavori di scavo e trinceramento.
Scrive Antonella Fornari: “Alla fine della Grande Guerra, il Monte Piana si presentava desolato e coperto da immani cumuli di rovine. Eppure fra le macerie si intuivano i cunicoli, l’andamento delle trincee, i manufatti che testimoniavano i ventinove lunghissimi mesi di guerra: un patrimonio di ricordi e memorie che, sicuramente, lo scorrere del tempo e delle stagioni avrebbe inevitabilmente fatto scomparire. Il Col. Nazareno Meneghetti, già nel 1935, aveva proposto di conservare quanto era rimasto sul monte realizzando un grande museo all’aperto. La sua iniziativa non trovò riscontro e si spense prima ancora di nascere. Bisognò attendere fino al 1977 quando gli “Amici delle Dolomiti” con la collaborazione della Fondazione Opere di Monte Piana e del Comune di Dobbiaco, iniziarono il lavoro di recupero.
Il Comando del IV Corpo d’Armata Alpino mise a disposizione il Btg. “Bassano”. Inoltre innumerevoli furono i volontari che accorsero da molte regioni italiane e anche da nazioni europee, volontari che ebbero, come compenso, il solo vitto e alloggio conditi dai superbi tramonti e panorami dolomitici. Il vitto dei volontari venne offerto da contributi provenienti dall’Alpenverein Tirolese, dal Club Alpino Italiano e dalla Associazioni Nazionale Alpini di Trento. E, alla fine di tutto, il Col. Walter Schaumann, ex ufficiale di carriera e anima del progetto, così si espresse parlando di tutti quei giovani che avevano contribuito agli immani lavori: “…laddove i loro padri si affrontarono con le armi in pugno in epiche battaglie dai risvolti ancora umani e cavallereschi, questi “giovani europei” lavorarono fianco a fianco per realizzare una “Grande escursione storica” che collegasse tra loro i sentieri italiani del versante meridionale con quelli austriaci dei dirupi settentrionali del Monte Piana. In questo modo le opposte linee del fronte della Grande Guerra, già teatro di sanguinosi scontri, si sono trasformate in affascinanti itinerari di incontri fraterni…”.
Indice
Note storiche
Qualche notizia sul Rifugio “Maggiore Angelo Bosi”
al Monte Piana (m 2205)
Strade d’accesso (rotabili) e curiosità
Note tecniche
Sentieri d’accesso alla sommità del Monte Piana (m 2324)
e del Monte Piano (m 2305)
Itinerari
Strada Storica e sentieri del fronte
Vallon dei Castrati (Ostmulde)
Sentiero dei Pionieri (Pionierweg)
Sentiero dei turisti (Touristweg)
La “Via” del Colonnello Bilgeri al Monte Piano
Sentiero delle Guide Alpine Militari e “Piano II”
Il Museo all’aperto
L’escursione storica
Forcella dei Castrati (m 2272)
Bibliografia
Carte consultate
Recapiti ed informazioni utili
Soccorsi e servizi