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Valle di Seren del Grappa stato
DBS | Centopiedi | Lucia Merlo | Serena Turrin | Ives Secco | Caerano di San Marco | 2007 | pagine 95 | 11 x 16

Valle di Seren del Grappa

Passeggiate ed escursioni a piedi

Scrive Serena Turrin nell’introduzione a questi percorsi: “Situata nel settore settentrionale del Massiccio del Monte Grappa, lunga circa 14 km e percorsa dal torrente Stizzon, la Valle di Seren del Grappa è una delle più belle del gruppo, sia per l’individualità che per l’armoniosa fusione dell’ambiente antropico con quello naturalistico. Ricca di boschi, in cui spesso domina il faggio, è fondamentalmente un territorio montuoso, in cui appaiono pianeggianti solo il fondovalle e la zona della campagna, dove la valle stessa sbocca nella conca di Feltre. Perno e cerniera di entrambi i versanti è Cima Grappa (1775 m), da cui in direzione NE si dipartono gli aspri e rocciosi Salaroli, con il Col dell’Orso e il Fontanasecca, poi il Peurna, il Sassumà, il M. Santo e il Tomatico, mentre in direzione NO digrada una più dolce e meno elevata dorsale di pascolo, che comprende il Pertica, i monti Cismon e Fredina, il Col di Baio e infine il Roncon.
Alle quote più alte, e soprattutto in prossimità di Cima Grappa, si aprono tra i boschi vaste conche prative di origine glaciale, destinate da tempi remoti all’alpeggio. Le numerose malghe un tempo presenti (Bocchette, Valpore, Cason dei Lebi, Murelon, ecc.) sono state in parte recuperate all’uso originario, o trasformate in strutture didattiche e in punti di appoggio per escursionisti. Per altre, situate in zone più impervie (es. Stalla Mandriz), il destino è già segnato e la natura sta velocemente ricoprendo i segni del lavoro dell’uomo.Alle quote intermedie, la struttura edilizia più tipica è rappresentata dai “fojaroi”, un tempo largamente diffusi in tutto il Massiccio, ma che oggi sopravvivono quasi solo nell’appartata Valle di Seren; alcuni di essi sono stati restaurati, ma la maggior parte di essi sembra destinata ad ingrossare la già folta schiera dei ruderi. Infine alle quote più basse, sui pendii e sui terrazzi delle numerose valli tributarie, le favorevoli caratteristiche climatiche ed orografiche hanno consentito l’insediamento di tipici nuclei abitativi stabili (Case Guizza, Col dei Bof, Pradazern, Case Misola, Segat, S. Siro, ecc.), alcuni dei quali resistono tenacemente, mentre altri risultano ormai svuotati dall’emigrazione.
Nella valle, l’escursionista attento potrà notare i segni e le testimonianze dell’intensa e capillare frequentazione del territorio; a volte anche solo i toponimi ricordano che qui si produceva il fieno, il carbone, i prodotti caseari, la calce, la lana e il legname, mentre i corsi d’acqua permettevano il funzionamento di segherie, di mulini, di magli… Degne di nota risultano le numerose forme di “arte minore”, quali le croci e i capitelli affrescati, spesso di pregevole fattura, che costellano le contrade e i sentieri. Altri segni, quali cippi e lapidi, mulattiere di guerra che risalgono le valli laterali, o che corrono arditamente a ridosso delle creste più alte, purtroppo documentano tristemente gli eventi della Grande Guerra, che qui iniziarono nel novembre del 1917 in seguito alla ritirata di Caporetto, quando il Grappa divenne il bastione difensivo principale delle linee italiane. Sulle dorsali che racchiudono la valle, dove ora passano sentieri frequentati, si svolsero per quasi un anno aspri combattimenti; essi si conclusero con la battaglia finale nell’ottobre del 1918 svoltasi tra il Pertica e il Prassolan, che vide l’Armata del Grappa costringere gli austro-ungarici alla definitiva ritirata.
La valle ricorda anche la Resistenza, una lotta pagata duramente come denunciano i tremendi rastrellamenti del settembre del 1944 e la sistematica distruzione di tutti i casolari della vallata da parte dei nazi-fascisti. Ma oggi il Grappa vuol dire soprattutto ambiente: un Piano d’Area protegge e valorizza paesaggi e bellezze naturali di primaria importanza. L’opera secolare dell’uomo qui ha curato e garantito la salvaguardia di un territorio prealpino che oggi permette splendide passeggiate ed escursioni, tra l’eco di eventi storici e di tradizioni alpestri, in una natura ancora integra, ricca di flora e fauna di estremo interesse”.

INDICE
Presentazione
Introduzione
Itinerari
1 – Cima Sassumà, M. Santo, M. Tomatico
2 – Val Carbonaia, Prà Peurna, S. Siro
La calchèra
3 – S. Siro, Sagrilot, Pian de Giacon
La chiesa di San Siro
4 – Val d’Avien, Forcella d’Avien, Col de Coa
5 – Segat, Misola, Col de Coa
L’inquadramento geologico
6 – Val Misola, Stalla Mandriz, M. Fontanasecca
La produzione del carbone
7 – Val Busa della Neve, Bivacco Murelon, M. Fontanasecca
8 – Valpore, Bivacco Murelon, Col dell’Orso
Il Centro Didattico Ambientale
9 – Conca delle Bocchette, Val dei Lebi, Giarine
Gli eventi del 1917
10 – Cima Valtosella, Val dell’Albero, M. Prassolan
I “fojaroi”
11 – Casoni Bolin, Val Reselé, Vall’Onera
La “spelóncia”
12 – Col della Fontana, Val dell’Albero, Vall’Onera
Gli usurpi
13 – Pradazern, Col dei Bof, Motta
Le abitazioni permanenti
14 – Val Boarnal, Case Secco, M. Roncon, Col dei Bof
Il castagneto da frutto
15 – Case Guizza
Il fenomeno dell’emigrazione
Bibliografia e cartografia
Recapiti utili
Soccorsi e Servizi

 

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