La montagna a modo mio riassume il pensiero di Messner sulla vita che ha scelto. Racconta senza veli le sue idee più radicate e profonde sulla natura e sull’essenza dell’alpinismo, sull’andarsene e sul tornare, sulla motivazione e sulla realizzazione, sul percorso verso l’interiorità. In questo libro vengono toccati tutti i grandi temi: i primi successi in campo alpinistico, la rivoluzione dello stile alpino, i grandi risultati, la fama internazionale dopo la salita del monte Everest senza fare ricorso all’ossigeno, il ciclo degli ottomila, le spedizioni attraverso i deserti del mondo, il suo impegno sociale e politico, la fondazione di musei, ma anche la sua vulnerabilità di fronte alle polemiche seguite alla morte del fratello sul Nanga Parbat. Molte sono le interviste raccolte, che si fondono armoniosamente con altri testi di Messner, resoconti di spedizioni, reportage, articoli, attraverso i quali è possibile scoprire un uomo sorprendente che obbedisce sempre e solo alla sua legge interiore: la vita straordinaria di un idealista con i piedi ben piantati per terra, che ha cercato e percorso le creste più elevate così come gli abissi più profondi.
UN BRANO:
"Oggi l’avventura, un tempo elemento essenziale nel viaggio verso il Polo Nord o il Polo Sud, nella giungla o sulle grandi montagne e per attraversare gli oceani, non esiste più. Da quando il tour operator Neckermann offre viaggi-avventura, ho cancellato questo termine dal mio vocabolario. La maggior parte delle «avventure» che oggi vengono proposte dalla televisione o nel corso delle conferenze non sono affatto tali: si tratta quasi sempre di una messinscena costruita come in un parco di divertimenti, confezionata per un’umanità che ha fame d’avventura, disposta ad assistervi perché non ha il fegato per affrontarla direttamente, nel mondo selvaggio. La maggior parte degli «amanti dell’avventura» non stabilisce alcun contatto con la natura incontaminata, proprio come i turisti che ricorrono all’aereo e alle agenzie turistiche per raggiungere quelli che ritengono luoghi da sogno. Il concetto di «avventura», che in passato è stato sinonimo di difficoltà, durezza, responsabilità individuale, oggi si è degradato fino a diventare la parola d’ordine per chi desidera distinguersi dal turista «normale». Nel mio caso preferisco parlare di ricerca del limite..."