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La scoperta della Val Formazza

Riccardo Gerla

Riccardo Gerla (1861 – 1927), milanese, fu uno dei più attivi esploratori delle Alpi ossolane tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, insieme ai britannici W.A.B. Coolidge e Arthur Cust. Spesso accompagnato dalla leva gloriosa di guide locali, tra le quali va ricordato almeno Lorenzo Marani di Antrona (prima guida alpina dell’Ossola), l’infaticabile Gerla battè i gruppi montuosi dell’Ossola che ancora restavano inesplorati dal profilo alpinistico. La sua attività, svolta della Valle Antrona, Sempione, Devero e Formazza, gli valse l’appellativo di apostolo dell’Ossola, e fu accompagnata da una vasta attività pubblicistica, soprattutto sugli organi sociali del Club Alpino Italiano. E sul Bollettino del Cai per l’anno 1900 pubblicò (nel 1901) il suo lavoro più corposo, la monografia Il bacino dell’Hosand e i monti che circondano la Frua, il lavoro più completo – allora, ma per alcuni versi anche oggi – sulle montagne dell’alta Ossola. Un lungo saggio di carattere geografico e storico, il cui valore documentario resta ai nostri giorni inalterato, e che aprì la strada alla successiva frequentazione alpinistica e escursionistica di un territorio ricco di suggestione paesaggistica. Fu autore di numerose prime salite in compagnia di Marani, tra le quali vanno ricordate la prima salita del Pizzo d’Andolla (m 3656) dal versante italiano, nel 1890, e l’apertura della via che porta il suo nome sulla parete nord-est dell’Helsenhorn (m 3272), nel 1894. Un sodalizio, il loro, fissato da tempo nella toponomastica delle Alpi Lepontine. Sopra il bacino di Devero, a poca distanza l’una dall’altra, due cime li ricordano: la Punta Gerla (m 3085) e la Punta Marani (m 3110).