Il 31 luglio 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli piantarono il tricolore sulla vetta del K 2. Un anno dopo la conquista dell'Everest, una spedizione tutta italiana conquistava la seconda vetta del pianeta, al termine di una straordinaria impresa alpinistica. Per un paese uscito di recente dagli orrori e dalle difficoltà della guerra, la conquista del K 2 - seguita quasi in diretta attraverso la radio - fu un motivo d'orgoglio per tutti, e forse il segnale che una pagina difficile della nostra storia era finita per sempre. Fu un'impresa memorabile, a causa delle difficoltà logistiche, delle scarse conoscenze geografiche e meteorologiche dell'epoca, delle difficoltà tecniche. Con una organizzazione impeccabile, l'uso delle tecnologie più avanzate e un travolgente spirito di avventura, la spedizione guidata da Ardito Desio riuscì a raggiungere il suo obiettivo. Appena rientrato dalle vette del Karakorum, lo stesso Desio volle raccontare quelle settimane indimenticabili, le speranze, i momenti difficili e quelli tragici. Il suo è il resoconto di una grande, autentica avventura, vissuta sempre anche con lo spirito dello scienziato. La descrizione della scalata, che Desio seguì interamente dal campo base, è infatti solo una parte di questo libro. Ampio spazio è dedicato sia alla geografia e alla geologia del Karakorum (i risultati scientifici acquisiti in quell'occasione non sono da meno dell'exploit alpinistico) sia alla preparazione di una spedizione "pesante", che ha comportato il reperimento e l'impiego di ingenti quantità di materiali, e la movimentazione di centinaia di uomini. È questo un aspetto assai importante per comprendere le differenze fra l'alpinismo di oggi e quello di un tempo e che rende il libro di Desio non solo un classico dell'alpinismo ma anche uno straordinario documento storico.