Dopo un’intensa carriera, il prof. Salvatori torna in patria con la moglie americana per mostrarle l'Italia della sua gioventù. Qui rivive sei estati
dolomitiche di mezzo secolo prima.
L’arrampicata, le Dolomiti, i grandi scalatori nei ricordi di un matematico emigrato in America per sfuggire al fascismo. Dopo un’intensa carriera negli Stati Uniti, nel 1978 il professor Mario Salvadori torna in patria con la moglie americana per mostrarle l’Italia della sua gioventù: Roma, Firenze, Venezia, Cortina. Qui, come in un lungo, incantevole flash-back, rivive sei estati dolomitiche di mezzo secolo prima. Riaffiorano così l’iniziazione all’arrampicata, i progressi compiuti da perfetto autodidatta e contro il veto dei genitori, l’amicizia con i “mostri sacri” Severino Casara, Antonio Berti e il fuoriclasse Emilio Comici, l’inatteso distintivo del Club Alpino Accademico, fino alla caduta dell’estate 1932 da cui si salva per miracolo. Nell’appendice "Gli alpinisti di via Panisperna" Gianni Battimelli svela la singolare passione per la montagna che, tra le due guerre, accomunava gli scienziati romani della cerchia del premio Nobel Enrico Fermi, amici e colleghi di Salvadori.