Un'opera che gronda di eroismo dalla prima all'ultima pagina, per le esemplari vicende di coraggio e patriottismo raccontate giorno dopo giorno da un tenente anonimo. Il diario procede dai primi tre anni (1915-1917), trascorsi da ufficiale artigliere sul Carso e sull'Ortigara, sino a ripercorrere il periodo del rischio totale, dell'azzardo per la patria di chi ha accolto la circolare Cadorna diventando ardito. La quintessenza dell'eroismo: l'addestramento nei campi speciali, i primi assalti e le irruzioni in trincea con il pugnale in una mano e una granata nell'altra. «Durante la guerra, negli intervalli tra un combattimento e l'altro, ho avuto la costanza di scrivere il mio diario. Convinto che un giorno o l'altro sarei morto, volevo che il diario fosse il mio testamento. Da soldato custodii i quaderni che andavo riempiendo scrupolosamente. Da ufficiale li affidai al mio furiere che ebbe la consegna di mandarli a mia madre dopo la mia morte. Dopo la terza ferita (1917) li mandai ad un conoscente del mio paese che aveva ricevuto la stessa consegna del furiere. La mia buona stella mi portò fortuna e dopo quattro anni di guerra tornai a casa. In queste pagine anonime (anonimi furono quasi tutti gli eroismi) il lettore troverà la vita semplice di un soldato qualunque, che ha fatto né più né meno quello che hanno fatto tanti combattenti senza nome, ai quali è dedicato questo lavoro» (Tenente Anonimo)