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Costa Azzurra
Dumont | Tascabili per viaggiare | Britta Sandberg | Milano | 2014 | pagine 288 | 12 x 18,5

Costa Azzurra

Con mappa

Il mito della Costa Azzurra
Già il nome ha un che di geniale: “Costa Azzurra”, un claim pubblicitario coniato in un’epoca in cui i claim ancora non esistevano. Lo inventò nel 1887 lo scrittore Stephen Liégeard per indicare quel tratto di costa ancora senza nome. Da allora, la Costa Azzurra è sinonimo di mare blu e colline ricoperte da pinete, oltre che di ricchezza.
“La Riviera francese, una leggenda di lusso, splendore, bocce che rotolano, pellicce di ermellino e champagne”. Così scrivevano nel 1932 Klaus ed ­Erika Mann nelle loro annotazioni di viaggio. Un mito, quello della Costa Azzurra, che si è mantenuto intatto fino a oggi.
Una meta volutamente
esclusiva
La Costa Azzurra è una delle destinazioni più costose del mondo, una delle poche che ancora si fa vanto della sua esclusività. “Siamo volutamente e orgogliosamente elitari”, dicono all’Office de Tourisme di St-Tropez. Proprio qui, negli anni passati, l’incredibile affluenza di visitatori – anche 100 000 al giorno d’estate – aveva fatto temere che l’equilibrio di questa piccola comunità di soli 6000 abitanti potesse essere irrimediabilmente compromesso determinando, a lungo termine, la definitiva fuga della tanto vezzeggiata high society.
Preoccupazioni del tutto infondate: sulla penisola di St-Tropez si trovano infatti le “seconde case” dei due uomini più facoltosi di Francia, François Pinault e Bernard Arnault. Nonostante le cosiddette touristes-frites, negli anni scorsi i prezzi hanno raggiunto il livello di Cap Ferrat e il boom immobiliare non accenna a fermarsi. I prezzi sono da record: un acquirente russo ha recentemente pagato 500 milioni di euro per una villa con 19 camere a Cap Ferrat.
Un angolo di paradiso,
nonostante tutto
Il boom risale alla fine del XIX secolo, quando inglesi benestanti scelsero la Costa Azzurra per trascorrere una vecchiaia tranquilla. Negli anni Cinquanta la Riviera assurse al rango di “mecca” della dolce vita internazionale. Curd Jürgens, Gunter Sachs e Fran­çoise Sagan, magnati del petrolio texani e sceicchi arabi iniziarono a comprare qui case e ville. Ma le foto sulle riviste popolari solleticavano anche le fantasie del ceto medio, e così nei decenni successivi ogni tratto di costa fu predisposto per il turismo di massa.
La Riviera si trasformò nel “costoso giardinetto popolare della classe media”, come scrisse l’autore inglese Harold Robbins non senza una punta di sarcasmo. Messa in fuga dal “volgo comune”, l’aristocrazia del denaro si ritirò sempre più nelle ville situate tra le colline intorno a Mougins e dietro la macchia di Cap Ferrat e Cap d’Antibes, nei dintorni di Cannes e sulla penisola di St-Tropez.
Più volte è stata profetizzata la fine della Riviera, che tuttavia non si è mai materializzata. Per quanto la Costa Azzurra sia stata deturpata dalle costruzioni e resa proibitiva nei costi, essa offre ancora luoghi di grande atmosfera, come le capanne di bambù sulla spiaggia di Pampelonne a St-Tropez (dove già a maggio si possono gustare ottime sarde alla griglia), la spettacolare vista che dal Massif de l’Estérel si apre sul mare blu circondato da falesie rosse, o ancora il mercato dei fiori di Nizza.
Centri pittoreschi, natura
mediterranea e ottimi musei
In Costa Azzurra si trovano splendidi centri storici con facciate color ocra ed esclusivi porti turistici, intere galassie di stelle Michelin, ma anche campi di lavanda, uliveti, vigneti, idilliche isolette e, nell’entroterra, paesini in cui il tempo si è fermato. Artisti come Picasso, Matisse, Cocteau e ­Léger hanno trascorso qui la loro vecchiaia.
Le loro opere sono oggi esposte nei tanti musei fra Mentone, St-Paul-de-Vence e St-Tropez, in ville, castelli e cappelle. In pochi altri luoghi al mondo si trovano tante importanti raccolte di arte moderna così vicine le une alle altre. Certo, al mondo esistono mete più incontaminate, ma in Costa Azzurra non ci si annoia di certo.

 

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