Un testo fondamentale per la nascita dell’alpinismo moderno
"Dedico queste pagine a quelli che, come me, considerano l'alpinismo un gioco incontaminato" scrive Albert Frederick Mummery presentando il racconto di un quindicennio delle sue avventure sulle Alpi e di due campagne nel Caucaso. Quando uscì a Londra, ai primi del 1895, il libro destò impressione perché nessuno aveva mai compiuto scalate tanto audaci nel gruppo del Monte Bianco, sul Cervino, sulle cime del Vallese, ma soprattutto nessuno aveva mai osato farlo senza l'aiuto di guide. Pochi mesi dopo Mummery scomparve in Himalaya in un tentativo al Nanga Parbat troppo prematuro, e tutti pensarono a una fine annunciata. Nel primo Novecento, invece, divenne chiaro che quelle idee non erano follia, ma l'essenza dell'alpinismo moderno e il libro di Mummery ne divenne il testo fondamentale. Scalare montagne non è una missione, né un atto eroico, perché è un "gioco", uno sport appassionante. A patto di praticarlo in prima persona, senza trucchi e mediazioni.