«Il monte Baldo è un’architettura geologica semplice, al tempo stesso perfetta: un alto inarcamento di strati sedimentari mesozoici isolato tra grandi fratture, sollevato lungo il bordo orientale e rimasto inclinato verso occidente, dove forma il grande vuoto in fondo al quale c’è il lago». È la “verità” che il geografo Eugenio Turri leggeva «nelle rocce, nelle ripide pendenze, nelle creste morse dall’erosione» di questo poderoso bastione roccioso, situato fra Veneto e Trentino. Gli itinerari qui descritti indugiano sulle quote più basse, tra l’olivo e il leccio, dove natura e presenza umana si intrecciano più strettamente; si inoltrano lungo i torrenti e nelle forre; salgono a raggiungere la fascia dei boschi di castagno e di faggio, delle malghe, dei prati e dei pascoli, dove è più evidente l’impronta del secolare lavoro dell’uomo; si innalzano fino alle creste sommitali costellate di mughi, e agli ambienti severi e selvaggi dei canaloni dolomitici e dei circhi glaciali. Mete, scenari e ambienti di grande bellezza, che rendono questa montagna un mondo a sé, unico nelle nostre Prealpi. Unico per come riunisce caratteri alpini e caratteri mediterranei, per la sua posizione particolare, a cavallo tra la massa lacustre del Garda da un lato e del nastro fluviale dell’Adige dall’altro, per la formidabile energia del rilievo, che precipita verso il lago per oltre duemila metri, per la straordinaria ricchezza della flora, per l’impronta delle numerose culture che lo hanno vissuto nel corso della storia.