Inizia come un’avventura, un viaggio che si snoda tra le valli dell’Appennino: un padre e suo figlio, uniti dalla voglia di trovare un rifugio, una piccola casa di pietra che diventi il loro angolo di serenità. Lontano dal frastuono delle città, cercano un ritmo di vita più lento, un contatto autentico con la natura, un luogo dove la felicità possa fiorire.
Pagina dopo pagina, il lettore si immerge in un racconto che sa di scoperta e meraviglia, un viaggio che è un po’ come quello di un cercatore d'oro. La storia si dipana tra paesi dimenticati e case abbandonate, dove ogni odore e ogni sguardo rivelano storie di chi resiste ancora in queste terre marginali. "Soltanto d’estate" è un inno alle dimore di un tempo, alle radici che ci tengono legati, ma è anche una critica profonda e ironica al triste destino di molte zone interne d'Italia, in cui il silenzio si fa eco di abbandono.
Cribari, con la sua prosa poetica e visiva, riesce a trasmettere le emozioni più intime e a far vibrare le corde dell’anima. Le sue parole dipingono atmosfere incantevoli e restituiscono la sensazione di calore dei muri di pietra baciati dal sole e del silenzio maestoso delle montagne. In questo romanzo, le case non sono solo edifici: sono personaggi pulsanti, testimoni silenziosi di un’Italia in trasformazione, di un territorio che, pur spopolandosi, conserva una vitalità straordinaria. Preparatevi a sognare, emozionarvi e, perché no, arrabbiarvi insieme al protagonista in questo viaggio indimenticabile.