Per secoli al crocevia tra est e ovest, in bilico tra Europa e Russia, la Georgia, un tempo ricca di caravanserragli e commerci d’Oriente, affronta oggi sfide sociali, demografiche e politiche.
Elisa Baglioni, studiosa di letteratura dei paesi dell’ex Unione Sovietica, viaggia per incontrare giornalisti, intellettuali e giovani attivisti. Attraverso le voci dei protagonisti fa emergere le ragioni della politica; con lo stile della sua scrittura narrativa restituisce tutto il fascino dei luoghi e ci introduce alla storia e alla letteratura.
Dai vecchi quartieri della capitale Tbilisi, oggi pervasa da una crescente frenesia immobiliare, alle montagne del Caucaso dove, tra un chiosco di souvenir e una fortificazione medievale, si fanno vedere gli effetti degli investimenti per la costruzione della nuova Via della Seta, l’autrice delinea molteplici aspetti della rapida e problematica trasformazione in corso.
Ci racconta la complessa posizione dei dissidenti nel paese ex-sovietico e la parabola degli intellettuali liberali dalla caduta dell’Urss ai giorni nostri. Dalla dissoluzione dell’ex blocco sovietico la “questione russa” resta uno dei nodi di fondo: la presenza degli esuli russi, a partire dall’invasione dell’Ucraina, è diventata tra le più consistenti d’Europa.
Mentre continuano le proteste, il Parlamento elegge Presidente della repubblica l’ex calciatore Mikheil Kavelashvili con i soli voti del partito filorusso al potere e i negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea vengono sospesi, il libro fornisce preziose coordinate per interpretare i recenti avvenimenti; coglie il sentimento di piazza e i legami economico-strategici in questo delicato momento di conflitti e tensioni internazionali.
Le fotografie degli attuali movimenti di protesta inserite nel libro sono del fotoreporter georgiano Timofej.