Molti viaggiatori di lingua inglese nel corso dei secoli hanno visitato il territorio toscano, vi hanno sostato, lo hanno vissuto: sono qui osservati nelle loro riflessioni, memorie, scritti di viaggio, guide, romanzi, racconti, epistolari, saggi, diari, libri d’arte. Si tratta di letterati di professione, ma non solo, che vanno dal Trecento di Geoffrey Chaucer al Novecento di Aldous Huxley.
Da un’epoca all’altra questi autori sono come legati da fili rossi che ci parlano di letteratura, di arte, di storia, di società, di economia, perfino del formarsi della lingua italiana. E naturalmente ci raccontano due grandi protagonisti: il paesaggio, ora reale ora trasfigurato, spesso tratteggiato con pennellate di luce e colore; e le città toscane, ora quiete ora assordanti, depositarie di bellezze artistiche ma anche reticoli di viuzze nelle quali perdersi.
Grazie a Paolo Fantozzi intraprendiamo anche noi un viaggio nel passato, territorio nel quale siamo tutti stranieri, e vediamo un paesaggio rurale dimenticato che, con la sua gente semplice, evocava negli inglesi il ricordo di un’epoca preindustriale, in un’Italia dove la spontaneità non veniva inibita da una morale convenzionale come in patria.
In questa carrellata spiccano molte figure di donne singolari, donne all’avanguardia per libertà di pensiero, impegno civile, sociale e politico, democratiche e progressiste, indubbiamente avanti coi tempi.
Con Prefazione di Chiara Calabrese