Alla corte del Monviso accorre ancora oggi un mondo che è vita, inesauribile vita. Enrico Camanni ce la racconta con le parole; Fulvio Beltrando con la macchina fotografica, in un intreccio inscindibile di lettere e immagini, là dove tutto è fusione, ghiaccio e sole, estate e inverno, eternità e mutevolezza, animale e uomo.
Il bel Viso è un viaggio cristallizzato nel tempo perché del tempo ingloba ogni attimo: ogni stagione, ogni colore. Ogni epoca. Già, perché su questa montagna l'uomo ha vissuto da età immemore. Ha cercato di piegarla alle sue esigenze, cacciandone i figli per carne e pelli e facendo pascoli dei pendii più assolati; l'ha subita, rimanendo vittima di valanghe e frane. A suo modo l'ha corteggiata, cercando di ridarle brio grazie al turismo invernale. E forse, infine, ne sta minando la fecondità: l'inquinamento e il conseguente innalzamento della temperatura stanno sciogliendone i ghiacciai, scaraventando animali e micro-ecosistemi su un crinale d'allarme. Allora tocca a noi innamorarci del re di pietra, o innamorarcene sempre più, come se non ci fosse mai un limite al senso di appartenenza, all'affetto stesso.