«Io amo la vita, questa vita meravigliosa, eccitante, avvincente, piena di fascino, mistero, avventura. Ma ho sessantanove anni... prima che questo libro sia pubblicato, ne avrò settanta, e il tempo che mi resta da vivere diventa sempre più breve. Perciò negli ultimi anni ho spesso meditato su come sfruttare fino in fondo il resto della mia vita. Budda disse che la vita è un dono che chiunque può ricevere ma che nessuno può dare; penso che sia un errore non sfruttare al massimo questo dono, un errore seppellirlo come un talento non speso, un errore non utilizzarlo fino all'ultimo.»
pirito inquieto, teso sempre alla ricerca di nuovi traguardi, Sir Francis Chichester condusse attraverso tutta la sua vita avventurosa una continua sfida all'impossibile. La posizione dialettica assunta da questo inglese «imperturbabile» verso le difficoltà oggettive fu un'incessante gara con se stesso, con i limiti posti non tanto dalla natura delle cose quanto dalla natura dell'uomo. Le sue vittorie contro gli elementi, e più ancora contro la solitudine che prende l'individuo di fronte al mare, sono la prova che tecnica e disciplina interiore possono condurre l'uomo al superamento di qualsiasi ostacolo. Infatti, non appena ebbe completato il suo viaggio record, a 69 anni Chichester decise di riprendere il mare per lottare contro il più insidioso degli avversari: il tempo stesso.
Come pilota prima, come navigatore poi, egli è sempre stato all'avanguardia. Pioniere della navigazione in solitario, in questo suo libro, ultima testimonianza del suo amore per il mare, egli ci rende partecipi, parlandoci con il linguaggio della semplicità, della progettazione, dei calcoli e del duro lavoro che portarono nel gennaio del 1971 il Gipsy Moth V, con una corsa estenuante durata una ventina di giorni, a percorrere 4.000 miglia oceaniche con punte talvolta superiori alle 200 miglia giornaliere. Questa, per un uomo della tempra di Francis Chichester, era «la sfida romantica».