L'Italia ha un grande cuore di pietra. La catena dell'Appennino, che tra il Casentino e il Montefeltro si distende in dolci rilievi rivestiti da boschi, tra l'Umbria, le Marche, l'Abruzzo e il Lazio si alza in una serie di imponenti massicci rocciosi. La sfilata prosegue fino al Molise.
I Sibillini, il Gran Sasso, la Majella, il Velino-Sirente e i loro vicini offrono a chi va per montagne degli ambienti selvaggi, e delle vette di grande eleganza. Qua e là, dal Paretone del Corno Grande alla Nord del Camicia, e dalla Santissima Trinità alle Murelle, compaiono delle pareti imponenti, in grado di reggere il confronto con le Alpi.
In altre zone, dominano il paesaggio straordinarie faggete, e altopiani di pascoli sfruttati per millenni dalle greggi. Più in basso sorgono borghi medievali e castelli, città e fortilizi edificati dagli Italici e rinforzati ai tempi di Roma antica.
Eremi, chiese e abbazie ricordano che, nella vita dell'uomo sull'Appennino, ha sempre avuto un ruolo fondamentale la fede. Dai luoghi di San Francesco si passa a quelli di San Benedetto e di San Pietro Celestino. Dalle grotte dove dall'alto Medioevo si venera San Michele Arcangelo si passa ai luoghi amati da Papa Giovanni Paolo II, che è stato proclamato Santo nel 2014.
Negli ultimi anni, purtroppo, le televisioni e i giornali hanno dedicato a questi luoghi pagine e immagini drammatiche. Il terremoto che nel 2009 ha devastato L'Aquila e decine di centri vicini, e quelli che nel 2016 hanno colpito Amatrice, Accumoli, Campotosto e i borghi dei Sibillini hanno lasciato dietro di sé molte macerie e un infinito dolore. Ma la vita, anche qui, ha iniziato a rinascere.