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Tomek Mackiewicz
Alpine Studio | Davide Bubani | Lecco | 3/2019 | pagine 125 | 14,8 x 21

Tomek Mackiewicz

Il sognatore ribelle

Tomek Mackiewicz era un visionario che cercava la realizzazione della sua esistenza nella montagna. Il suo personale modo di frequentarla e di scalarla era lo strumento per raggiungere un sogno a lungo concepito in Polonia, suo paese di origine, che lo aiutò a uscire dalla piega sbagliata che aveva preso la sua vita.

Refrattario alle regole, indifferente alle abitudini, seguiva il suo istinto, e fu proprio quello, unito a una inesauribile tenacia, a permettergli di realizzare il sogno dell’ascensione del Nanga Parbat. Aveva tentato quell’impresa sei volte, tutte in inverno. La settima, con l’alpinista francese Élisabeth Revol, che era già stata sua compagna in due tentativi precedenti, raggiunse la vetta lungo una via sulla parte orientale del versante Diamir ritenuta impossibile, che nel 2000 aveva respinto persino Messner. Sulla via di ritorno, però, sorsero i problemi fisici che portarono alla tragedia che gli costò la vita.

Questo libro è un omaggio a un personaggio schivo che forse non si sarebbe nemmeno intravisto al di fuori dello stretto mondo dell’alpinismo di punta, ma che merita di essere conosciuto.


CHI E' TOMEK?

Tomasz Mackiewicz era un alpinista polacco, scomparso sul Nanga Parbat nel gennaio 2018 a 43 anni, realizzando con Élisabeth Revol la seconda invernale sulla “Montagna nuda”, e completando per la prima volta la via Messner-Eisendle, in stile alpino e senza ossigeno. Era il suo settimo tentativo, il terzo in cordata con la francese.

Tomek, come lo chiamavano gli amici, era un alpinista del tutto originale: non apparteneva a nessun club, non aveva fatto scuole di alpinismo, era guidato solo dalla sua grande passione per la montagna, che lo aveva salvato da un passato turbolento. Si finanziava con campagne di raccolta fondi online, non amava gli sponsor, evitava il “circo himalayano” delle conquiste ad ogni costo, in ideale collegamento con la tradizione del grande alpinismo polacco. Quando arrivò al Nanga Parbat per la prima volta, aveva all’attivo un settemila sul Mount Logan (Canada).

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