“Il Monte Rosa è la montagna che vedo da casa mia nelle mie gite sulle Prealpi, quando ero ragazzo, è stata la montagna che ho visto ergersi imponente e maestosa, che ha scosso la mia fantasia, che è entrata nei miei sogni”.
Queste le parole di Mario Bisaccia, alla cui figura è dedicato il volume “Mario Bisaccia. La rivoluzione delle tecniche di assicurazione in alpinismo”: si tratta di una raccolta di contributi scritti da alpinisti e storici dell’alpinismo tra cui Matteo Serafin, Silvia Metzeltin Buscaini, Giuliano Bressan e Mario Bramanti.
Mario è descritto sia sotto il profilo alpinistico, sia per il contributo agli studi e alle prove tecniche per la sicurezza ovvero l’uso del nodo mezzo barcaiolo nell’assicurazione dinamica di una cordata. Tale sistema è nato a Varese e oggi in tutto il mondo viene denominato "sistema italiano".
Nel 2018, in occasione della ricorrenza del 50° dalla nascita della Commissione Materiali e Tecniche, il libro vuole offrire un’importante testimonianza storica sul lavoro svolto in quegli anni attraverso la voce di chi c’era, grazie al fondamentale contributo di Adriano Castiglioni (INA) e Carlo Zanantoni (accademico del CAI).
La prima parte del libro racconta la vita e il ruolo di Mario Bisaccia per l’alpinismo varesino e italiano; il contesto sociale e culturale in cui Mario operava, nonché l’evoluzione delle tecniche e dei materiali seguita dalla Commissione ora Centro Studio Tecniche e Materiali del CAI.
Nella seconda parte del volume vengono proposti alcuni scritti inediti di Mario Bisaccia, riflessioni e racconti legati alla montagna che ne mostrano la sua personale filosofia di vita.
«Non si tratta di arida cronaca alpinistica o di resoconti di scalate, ma di riflessioni profonde sull'essenza dell'alpinismo e sul rapporto di vera amicizia che lega fra loro i compagni di cordata», osserva Lella Cesarin di Padova che, insieme a Bisaccia e al marito Gianni Mazzenga, furono insigniti del riconoscimento del Cardo d’Oro per la solidarietà, dopo aver salito il Cimon della Pala insieme all’amico non vedente Toni Gianese.