Un lungo trekking, 130 km suddivisi in sei tappe, da Bologna a Prato, con altrettanti pernottamenti nei piccoli borghi rurali disseminati sulle colline e sulla montagna
Un viaggio a piedi di straordinario interesse. Un’immersione totale nella natura più bella dell’Appennino tosco-emiliano, tra boschi, valli e crinali incredibilmente panoramici, lungo sentieri e antiche mulattiere che toccano abitati rurali affascinanti. Un’esperienza diversa, che garantisce al camminatore la possibilità di osservare da vicino la fisionomia del paesaggio montano.
Alla presenza dei parchi, delle aree protette e delle riserve naturali, lungo il Cammino tra Bologna e Prato – 130 km suddivisi in sei tappe giornaliere – si affianca la presenza diffusa di borghi medievali, di palazzi feudali e signorili, di antiche infrastrutture. Perché davvero il trekking
descritto in questa guida riesce a coniugare in maniera esemplare la componente ambientale, l’incontro con la popolazione locale e la dimensione culturale e storica.
Il Cammino Bologna-Prato si sviluppa in territori che, fin dall’età del bronzo, furono collegati tra loro da arterie pedonali e di transumanza. Percorsi
che in seguito vennero potenziati da etruschi, celti, liguri, romani, longobardi e bizantini. Anche il medioevo, però, ha lasciato segni importanti: basti pensare agli scontri tra signorotti locali e i Comuni di Bologna e Firenze in lotta per il controllo delle risorse, per l’uso dei pascoli e delle acque, per il taglio dei boschi, i dazi e i pedaggi doganali. Nel corso del Novecento, infine, con la Linea Gotica, l’Appennino, è stato terra di frontiera, di guerra, di dolore: l’occupazione tedesca ha lasciato ferite difficilmente rimarginabili, e la Resistenza ha rappresentato riscatto e dignità pagate a caro prezzo dai combattenti e dai civili L’itinerario descritto in questa guida mostra il cuore di un Appennino ancora capace di narrare
storie e leggende; di meravigliare con le architetture religiose delle sue abbazie e dei suoi santuari; di stupire con le antiche opere idrauliche di Bologna e di Prato; con i borghi e le case-torri medievali dei maestri comacini; di incantare con i paesaggi e catturare l’interesse del visitatore con la gastronomia.