"Si può essere molto felici su un’isola ma è una conquista lenta e costante che richiede più di un adattamento: fisico, biologico e mentale. Un isolano, quando è lontano dalla propria terra, è il più esule tra gli esuli e la nostalgia che prova è sempre maggiore di un qualunque abitante di terraferma."
L’isola è libertà e prigionia, realtà e utopia, paradiso e inferno. È un sentimento disperso nell’oceano, morbido come un atollo di sabbia bianca, aspro come rocce taglienti; è il canto di una terra che risponde solo a se stessa, protetta e imprigionata da un mare geloso. È il luogo dove si regolano i conti con se stessi, uno “spazio sgombro tra me steso sul dorso e la fine del mondo” come insegna Erri De Luca. Ci sono isole di fiume, di lago, oceaniche e continentali, isole piatte e tonde... Ci sono isole profumate di mito, spesso investite da cicloni o invase dagli sfoghi improvvisi d’inquieti vulcani. A volte così piccole che quando il mare lo decide se le riprende. Al mondo se ne contano 132 mila, ognuna unica a modo suo, immense come la Groenlandia, un incanto di 2.175.600 chilometri quadrati, o scogli solitari come Bishop nel Regno Unito, che se non ospitasse un faro sarebbe solo una roccia affiorante.