Il volume esamina la Prima guerra mondiale da un punto di vista molto particolare: la trasposizione di un’idea operativa in un concetto fortificatorio, con le relative conseguenze. L’interesse dell’autore si rivolge in particolare verso lo sviluppo concettuale dei piani di fortificazione, nonché verso l’evoluzione tecnica e architettonica delle opere progettate e costruite sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, sotto l’influsso delle riflessioni operative del capo di Stato Maggiore dell’esercito austro-ungarico Franz Conrad von Hötzendorf (1852-1925), a partire dal 1907.
Nel quadro di queste riflessioni, lo sbarramento austro-ungarico degli altipiani costituiva il perno di un’area di radunata fortificata, il cui scopo era di creare i presupposti per un’offensiva dalle vallate alpine verso il Veneto. La nascita di quest’idea e delle relative componenti fortificate vengono presentate tanto nel contesto storico dello sviluppo della fortificazione austriaca di montagna nel XIX e nel primo XX secolo, quanto anche nel loro stretto nesso con i fondamenti dei piani di guerra di Conrad contro il Regno d’Italia. Allo scopo di fornire un quadro quanto più completo possibile, l’autore non trascura di esaminare i piani di guerra contro l’Austria sviluppati dallo Stato Maggiore italiano, dalla fine dell’Ottocento sino allo scoppio della Grande Guerra, e di descrivere le opere di fortificazione permanenti italiane realizzate nello scacchiere strategico degli altipiani.
La tecnologia applicata alle costruzioni e agli armamenti delle fortezze asburgiche degli altipiani, così come le modalità d’esecuzione edilizia costituiscono un’altra parte importante del libro. In stretta correlazione con la costruzione dei forti, vengono qui descritti quei fenomeni, apparentemente secondari, che coinvolgevano l’economia, la vita sociale e politica della regione, evidenziando come l’edilizia militare abbia sempre lasciato effetti tangibili sulla vita quotidiana della popolazione civile interessata.
Altra parte importante dello studio è dedicata all’effettivo impiego bellico delle opere negli anni 1915-16, ai pregi e difetti di queste opere alla prova del fuoco della “Grande Guerra” e infine al “destino” dell’idea di Conrad: l’esame di una vasta mole di documenti d’archivio ha consentito all’autore, tra l’altro, di chiarire alcuni aspetti controversi del conflitto – come la tentata resa del forte Luserna e la battaglia del Basson – smentendo miti, leggende e talvolta deliberate falsificazioni che sono state trasmesse fino ad oggi da una parte della letteratura dedicata alla Grande Guerra sugli altipiani.