Si è costretti alla sintesi perché intanto si corre, si perde il fiato, si parano le vacche. Lo scampanio è assordante e si deve gridare. Sono racconti brevissimi e per questo intensi, pregni di nostalgie e di antiche amicizie con gli animali e con la montagna. Così imparo opinioni, capisco pezzi di vita, leggo negli sguardi il bisogno di condividere. Ascolto tristezze troppo dense, che non ce la fanno ad uscire dal cuore di chi le racconta, devo intuirne la durezza dalle parole troncate, dalle labbra serrate con forza e dagli occhi lucidi. Ascolto in silenzio, incrocio lo sguardo e senza parlare offro in cambio il poco che posso. Penso che se queste persone raccontano cose private a me, che sono uno sconosciuto, vuol dire che noi esseri umani abbiamo perso la capacità di camminare insieme e di parlare fra di noi. Vuol dire che la mandria crea un'occasione e produce un calore di cui noi umani abbiamo molto bisogno e di cui abbiamo un vago ricordo ancestrale che appartiene alla nostra storia.