“Un giorno, uno dei commilitoni mi dice: Tu che sei maestro metti in poche righe la vitaccia che ci costringono a sopportare (…) perché vogliamo che anche i nostri sappiano i disagi e le privazioni che abbiamo sofferto”. Incoraggiato dai compagni Rodolfo comincia a tenere un diario che abbraccia tutto l’arco temporale del primo conflitto mondiale, tra il fronte orientale e meridionale e qualche località dell’interno. Un narratore istruito, che racconta però la stessa cruda realtà vissuta e testimoniata da altri soldati comuni. Come quelli che in queste pagine narrano della loro esperienza in Galizia, della prigionia in Russia e della guerra in montagna sul fronte del Pasubio.