Allo scoppio della prima guerra mondiale Milano fu uno snodo importante, non solo luogo di scontro tra interventisti e neutralisti, ma anche e soprattutto una città in cui intere famiglie furono costrette a fare i conti con le conseguenze che la guerra avrebbe avuto ed ebbe sulle loro vite. I saggi di Greta Abbatangelo, Giulia Antonia Cordasco, Marta Covre, Micol Dusi e Federica Madoi permettono di indagare quel periodo storico da un punto di vista innovativo e interessante, quello del ricordo dei caduti al fronte attraverso l’analisi delle lapidi commemorative del Cimitero Monumentale del capoluogo lombardo, “unici luoghi dove ricordare i moltissimi soldati che per le statistiche ufficiali non sono mai tornati e che per le famiglie furono invece un’assenza – anche fisica – difficile da pensare ed elaborare”. Analizzando i vari aspetti che queste lapidi permettono di intravedere – come la situazione degli italiani al fronte, la necessità di affrontare il lutto di massa anche da parte dell’amministrazione comunale, l’analisi delle immagini scelte nelle lapidi e degli aspetti linguistici delle iscrizioni – questi saggi descrivono il dramma di un’intera città e di quella “comunità del lutto” costituita dalle famiglie dei caduti, in un quadro regionale, nazionale e internazionale.