Come appassionato di montagna da molti anni frequento le valli di Fiemme e Fassa, il Primiero, il Vanoi. Su cime e crinali mi sono spesso imbattuto in resti di trincee, postazioni di mitragliatrici, opere militari in caverna. Sono le tracce delle prime linee di quell’estesa cortina difensiva che era stata realizzata dall’esercito austro-ungarico negli anni intorno al 1914, nonché i segni dei corrispondenti allestimenti dell’esercito italiano che aveva l’ordine di penetrare nello schieramento avversario. Sono resti, testimonianze materiali, che mi hanno sempre molto colpito per diversi motivi. In primo luogo perché raccontano di asprezze, di dure e cruente realtà, di molte insensatezze di un tragico confronto bellico. Lasciano immaginare sanguinosi confronti, atti di coraggio, episodi di valore militare ed anche fatiche, anni di sacrifici. Sono realtà difficili anche soltanto da raccontare: in alcuni diari, tenuti da soldati, si è potuto leggere che “con i fornelletti accesi si riusciva, d’inverno, a mantenere nei ricoveri la temperatura di 10° centigradi”.
Camminando in montagna ho osservato l’ambiente con un duplice sguardo. Quello “tecnico”, a suo tempo acquisito svolgendo il servizio militare come tenente degli Alpini. E quello, molto più vicino alla realtà dei nostri giorni, dell’escursionista che si trova a potere legare aspetti storici con panorami spettacolari, con una natura dall’incomparabile bellezza, da conoscere e ammirare.
Così, è scattata l’idea di raccogliere tutta una serie di itinerari incentrati su mete legate alla Grande Guerra e di descrivere le escursioni che portano a cime e crinali aspramente contesi. La realizzazione del volume è volutamente legata ad un vincolo pratico: i luoghi devono essere raggiungibili da escursionisti medi, in molti casi anche da famiglie in vacanza in queste vallate.
Preciso, in primo luogo, che non sono uno storico di professione. Per mestiere sono giornalista e fotografo, con all’attivo alcune valide esperienze