Un Nuovo Mondo tropicale
Quando, dopo ore e ore di volo sull’Atlantico, si inizia lentamente a intravedere terra e piano piano si delineano foreste sempre verdi, circondate da spiagge sabbiose e da un mare cangiante, che alterna tonalità turchesi e un blu profondo, allora si capisce perché Colombo chiamò la sua isola preferita Hispaniola, la “piccola Spagna”. La definì un “miracolo della natura” a causa delle splendide insenature, delle valli, delle pianure e delle montagne, le più alte dei Caraibi. I colori dominanti sono il verde della vegetazione, il bianco della sabbia e il blu dell’acqua che, con i caldi venti alisei, regalano sempre un indimenticabile benvenuto ai viaggiatori in fuga dall’inverno europeo.
Quest’isola, che ci appare come un paradiso, non è certo un luogo di solitudine: nella vita dei dominicani, i contatti umani e “la strada” hanno un ruolo importantissimo. Essi amano passare il tempo nelle verande aperte delle casette caraibiche, seduti su sedie a dondolo lavorate al tornio, in costante comunicazione con i vicini e i passanti, a piedi o in auto. Di sera, ci si incontra tutti al bar della zona, dove gli altoparlanti diffondono musica merengue a volume altissimo. I dominicani accolgono gli stranieri con cordiale curiosità e disponibilità, anche se non mancano i tentativi di tessere relazioni commerciali.