Avventurarsi in una grotta con motivazioni esplorativo – scientifiche o per un facile percorso turistico porta alla nascita di sentimenti a volte contrastanti: curiosità, spirito di ricerca, felicità, paura dell’ignoto, meraviglia, terrore del buio, mistero.
Le leggende narrano di grotte senza fine, popolate da gnomi, maghi, streghe, da esseri fantastici: in realtà il mondo ipogeo si è presentato quale amico dell’uomo sin dalla preistoria. Nella grotta o sotto un riparo roccioso l’uomo ha trovato protezione tanto da eleggerli a propria dimora. Grazie al falò che teneva lontano gli animali feroci e rischiarava le cavità, l’uomo riusciva ad addentrarsi nelle grotte ed i segni, i graffiti, le rappresentazioni rupestri ne sono testimonianza. L’archeologia ci ha aiutato a riconoscere e datare queste scoperte che sono in continuo studio.
La grotta si presenta quindi come un mondo di lavoro per ricercatori, studiosi delle falde acquifere nonché come luogo di culto delle varie religioni o luogo di sacrificio ed iniziazione ed ancora luogo di cure termali.