Quattro stagioni trascorse nella natura selvaggia, 6400 chilometri percorsi a piedi da Seattle alle isole Aleutine: Erin McKittrick racconta qui la portentosa impresa compiuta insieme al marito Hig, in luoghi inviolati dove il tempo ha una dimensione sconosciuta e ogni giorno è in gioco la sopravvivenza. Ogni luogo descritto lascia nella nostra memoria immagini indelebili di rara bellezza, colte tra i paesaggi delle foreste pluviali della Columbia Britannica, dei picchi innevati dei vulcani dell’Alaska o dei ghiacciai che dalle catene montuose del Canada scendono a lambire l’oceano Pacifico. Pagina dopo pagina, questo libro è il minuzioso racconto di un’avventura estrema, mossa dal desiderio di trovare nella natura l’essenza della propria anima.
Per i lettori che amano la cosiddetta narrativa di viaggio, il libro di Erin McKittrick è destinato a diventare una sorta di breviario, non fosse altro che per la portentosa impresa che Erin e suo marito Hig hanno compiuto percorrendo, da Seattle alle isole Aleutine, 6400 chilometri a piedi, in canotto o sugli sci. Ma, trekking estremo a parte, il viaggio raccontato in queste pagine è soprattutto un viaggio nello spirito della natura e alla ricerca di sé stessi, un percorso che l’uomo sembra avere dimenticato o abbandonato, come quei sentieri battuti dal vento su cui cresce lo sparto.